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Alcuni brevi cenni sulla storia dell’Immagine della Madonna della Rocca
L’Immagine della Madonna della Rocca venne affrescata in una stanza a piano terra della Rocca, costruita nel 1578 per il Corpo di Guardia territoriale. Alcuni testi danno diverse motivazioni sull’origine e l’epoca di questo dipinto:
Nel 1460 l’Immagine fu effigiata da un soldato polacco a similitudine di una miracolosa immagine di Czestochowa, ed un altro soldato, colto da impeto di collera, la colpì con una freccia al naso da cui sgorgò copioso sangue.
Un altro testo riferisce che l’Immagine, da cui scaturisce dal naso una scia di sangue, fu fatta dipingere su un muro interno della Rocca da un certo Marchese Basus nel 1597 in memoria di un miracolo accaduto vicino alla città di Nola (Napoli), detta Madonna dell’Arco, la quale è appunto dipinta su muro.
Nessun autore può dimostrare con certezza che quanto sostiene sia vero; diventa impossibile separare ciò che è storico da ciò che è soltanto tradizione. Certo però è che nel 1700 attorno a questo affresco -
Nel 1721 Papa Innocenzo XIII permise la celebrazione della Messa e concesse l’indulgenza plenaria a coloro che visitavano e pregavano quell’Immagine, nella festa dell’Assunta.
Nel 1804 la Rocca diventò carcere giudiziario; venne così vietato l’accesso dei fedeli alla cappella. L’Immagine venne allora trasferita nella vicina chiesa dello Spirito Santo: è il 24 settembre 1804.
L’8 luglio 1855 durante la grave epidemia di colera, dopo un triduo di suppliche alla Beata Vergine, cessarono le morti a Cento; da quel giorno, all’Immagine venne attribuito il titolo di “Salus Infirmorum”.
Nel settembre 1904 si fecero grandi festeggiamenti per il Primo Centenario della traslazione della Sacra Immagine.
Il 15 febbraio 1944 la cittadinanza fece solenne voto alla Madonna impegnandosi, qualora la città di Cento e la campagna fossero scampate ai bombardamenti anglo-
E cosi avvenne! La città rimase quasi completamente incolume dai bombardamenti.
Nel 1948 si organizzò la prima “Peregrinatio Mariae” nelle parrocchie vicine come ringraziamento per gli scampati pericoli bellici: incominciò la sera del 4 novembre per concludersi il 14 marzo 1949 con un imponente processione cui parteciparono oltre trentamila persone (tratto dai giornali di quel tempo).
L’8 dicembre 2003 si è aperto l’
Il Santuario
La Chiesa è stata consacrata dal Card. Giacomo Lercaro il 31 maggio 1958 ed il 15 agosto dello stesso anno elevata al grado di Santuario.
In Santuario ci si accede attraverso una “Bussola d’ingresso” del XX sec. in legno di abete intagliato. Ai lati della navata centrale, quattro cappelle.
Nella prima cappella a destra una nicchia della fine del XIX secolo di stucco modellato, dipinto e parzialmente dorato, con al centro, sull’altare, un dipinto ad olio su tela raffigurante la “Pentecoste” (1894) di Sidoli Pacifico.
Nella seconda cappella a destra, di manifattura emiliana, una nicchia in stucco modellato parzialmente dorato (1892-
Sia la prima che la seconda cappella a sinistra della navata sono ornate con una nicchia della fine del XIX sec. in stucco modellato, dipinto e parzialmente dorato.
Nella prima al centro sopra l’altare una statua raffigurante S. Antonio di Padova, nella seconda un dipinto raffigurante San Giuseppe che insegna a leggere a Gesù Bambino, un olio su tela del 1892 attribuito a Mangilli Francesetti Ada.
Al centro dell’abside, una nicchia di stucco modellato e legno scolpito e dipinto dove al centro, in una cornice sorretta da cinque angeli è custodita l’Immagine della Beata Vergine della Rocca.
A sinistra dell’arco trionfale dell’abside, un dipinto ad olio su tela raffigurante “La Madonna con Bambino, San Francesco e San Domenico” della seconda metà del XVII sec. attribuito alla scuola di Barbieri Giovanni Francesco detto il Guercino.
Di notevole fattura anche una statua in bronzo di San Pio da Pietrelcina, opera dello scultore Salvatore Amelio.
Nel coro posto dietro all’altare, un altro dipinto ad olio su tela raffigurante San Francesco d’Assisi” (1640-
Dal 1959 nel Santuario è stato collocato un ottimo organo dei F.lli Ruffatti di Padova, con 1675 canne poste all’interno di due palchi di cantoria della fine del XIX sec. in legno intagliato e dipinto.
Nel 1986 nell’abside è stato inaugurato un magnifico coro ligneo eseguito dalla Scuola di Artigianato Artistico di Cento.
Attorno alla navata centrale del Santuario, una bellissima “Via Crucis” in bronzo, opera dello scultore Salvatore Amelio.